4 gennaio 2010

La sottile linea rossa


Ho notato che anche quando guardo i film di alcuni tra i miei registi preferiti come Terrence Malick provo un certo senso di insoddisfazione legato alla questione filosofica fondamentale sollevata dal regista. Il voice over finale di "La sottile linea rossa" da questo punto di vista e' esemplare.

"Dove eravamo insieme, chi eri tu ? Quello col quale ho vissuto, camminato, il fratello, l'amico. Buio dalla luce, conflitto dall'amore. Sono il frutto di una sola mente, i tratti di un solo volto. Oh anima mia, fa che io sia in te adesso, guarda attraverso i miei occhi, guarda le cose che hai creato. Tutto risplende."

"Buio dalla luce, conflitto dall'amore. Sono il frutto di una sola mente, i tratti di un solo volto." In altre parole convivono dentro lo stesso individuo, dentro la stessa specie, comportamenti diametralmente opposti d'odio e amore, di luce e buio. Come spiegare questo apparente paradosso?

Il male e il bene sembrano essere tratti di un solo volto. Le due facce della "natura umana". Entrambe sono evidentemente presenti nella storia umana, sia in interazioni sociali tra uomini e gruppi di uomini, sia nell'interazione dell'uomo con il resto della natura. L'uomo e' in grado di raggiungere livelli elevati di coordinazione e cooperazione sociale; allo stesso tempo gruppi sociali entrano in conflitto tra loro con evidenti svantaggi per tutte le parti.

L'uomo in guerra si chiede il perche' di tale assurdita' e il perche' di questa dicotomia male-bene che sembra essere presente nella "natura umana". Forse l'uomo e' condannato a vivere in precario equilibrio questa tensione tra poli opposti, a combattere la spinta verso quel buio che ci preclude una vita in armonia.

"Questo grande male... da dove proviene? come ha fatto a contaminare il mondo? Da che seme, da quale radice è cresciuto? Chi ci sta facendo questo? Chi ci sta uccidendo, derubandoci della vita e della luce, beffandoci con la visione di quello che avremmo potuto conoscere? La nostra rovina è di beneficio alla terra, aiuta l'erba crescere, il sole a splendere? Questo buio ha preso anche te? Sei passato per questa notte?"

Il regista osserva il conflitto tra uomini e periodicamente sposta lo sguardo sul resto della natura secondo uno stile documentaristico, creando un forte contrasto tra l'animale uomo in preda alla follia bellica e il resto della natura, che continua pacificamente a seguire i propri ritmi.

L'artista che si interroga sulla natura umana in maniera esplicita come fa Malick in "La sottile linea rossa", usando la seconda guerra mondiale come pretesto, cerca di trovare l'essenza della specie umana usando giudizi di valore. Non metto in questione l'uso dei giudizi di valore come bene e male, per quanto anche essi siano soggetti a evoluzione culturale, ma la ricerca di essenze.

Gli uomini non sono un riflesso di una essenza contenuta in un iperuranio: non esiste una immutabile essenza umana. L'uomo, il suo comportamento e l'evoluzione delle sue culture, sono in continuo mutamento, plastici e dinamici. Non siamo condannati a subire la "natura umana". Cercando di comprendere le circostanze che influenzano le evoluzioni comportamentali e culturali si possono creare le condizioni affinche' ci sia sempre piu' luce e meno buio.

Come sarebbe l'arte contemporanea se le questioni filosofiche fondamentali delle societa' occidentali riguardassero la comprensione del cambiamento (delle specie, delle culture e delle personalita') nel tempo invece di una ricerca di essenze immutabili? Se la questione alla base fosse ad esempio "cosa possiamo fare per aumentare il livello di cooperazione tra esseri umani" invece di "gli uomini sono buoni o cattivi?"


p.s.
Alcuni registi, pur non occupandosi in maniera esplicita di una questione filosofica fondamentale, presentano un punto di vista conforme alla plasticita' evolutiva degli individui. Miyazaki, ad esempio, presenta dei personaggi in continua evoluzione, sia visiva che caratteriale. Spesso il personaggio che troviamo all'inizio del film e' completamente diverso da quello che arriva alla fine, tanto che se non seguissimo il personaggio attraverso gli stadi evolutivi intermedi non avremmo la possibilita' di riconoscerlo arrivati alle ultime scene.